Il maggiore fiume italiano, nell’ultimo mese ha registrato valori di portata inferiori al minimo registrato nel periodo 1991/2020.
In alcuni tratti le condizioni idrogeologiche del fiume Po, sono di siccità estrema.
Secondo l’Ispra, uno scenario di severità idrica media di riscontra anche nel Distretto dell’Appennino centrale che Settentrionale.
Il primo marzo scorso, il Governo ha istituito anche una cabina di regia per intervenire sulla crisi idrica conseguente alla siccità.
Imprese manifatturiere: la situazione del Centro-Nord
Nel Centro Nord, con una severità idrica media, operano circa 91 mila imprese, per dieci comparti con più elevato utilizzo di acqua. Un indotto da oltre un milione di addetti, circa l’87,5% dell’occupazione nazionale di questo raggruppamento settoriale.
Aziende le cui esportazioni valgono quasi 200 miliardi di euro, oltre l’80% dell’export italiano nel settore e il 27,8% del totale delle esportazioni Made in Italy dei prodotti manifatturieri.
In questi settori, definiti “water intensive” ovverosia ad alta intensità di utilizzo dell’acqua, nel Centro Nord operano circa 55mila imprese artigiane, quasi 250mila addetti.
Siccità e rinnovabili
La siccità spiazza anche la produzione di elettricità delle rinnovabili. Basti pensare che lo scorso anno la produzione di energia idroelettrica è crollata quasi del 40%, compensata solo in parte dal fotovoltaico e dall’eolico.
La copertura del fabbisogno delle fonti rinnovabili è scesa al 31,1% e nei primi due mesi del 2023, la produzione idrica si è ridotta del 6% rispetto al 2022 (stesso periodo di riferimento).
Per fronteggiare l’emergenza e ridurre gli sprechi, ammodernando la rete idrica, servono investimenti pubblici.
Sono 2,2 i miliardi di euro spesi in Italia per la gestione dell’acqua nel 2021. Si tratta di 37 euro per abitante, decisamente meno dei 77 euro (media europea) e molto meno rispetto a Germania, Spagna e Francia.
In attesa degli interventi con il PNRR, salgono i prezzi di fornitura
Il PNRR forse potrà dare una mano. Sono attesi infatti interventi per 4,4 miliardi di euro per garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche.
Nel frattempo, i prezzi della fornitura sono saliti del 4,2%, in aumento rispetto a Francia (+2,6%) e Spagna (+1,2%).
Le prospettive di un razionamento dell’acqua danno un particolare significato alle perdite idriche che, dall’analisi dei dati pubblicati dall’Istat, sono pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete, equivalente all’89,0% dei consumi della manifattura.
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