Quando si parla di floor care oggi, si pensa alle grandi innovazioni che stanno interessando il settore.
Le lavapavimenti sono sempre più performanti, efficienti e sostenibili. Oltre ad essere digitali, spesso possono essere interconnesse e lavorare in autonomia.

Ma oggi vogliamo dare uno sguardo a che cosa c’era prima di tutto questo.
Vi raccontiamo quello che abbiamo trovato con una nostra piccola ricerca, ma ci piacerebbe molto avere anche i contributi di voi lettori che, tra esperti del settore e utilizzatori dei sistemi di pulizia, sicuramente c’è anche qualcuno che ha contribuito alla storia più recente del floor care.

La storia del floor care

La storia del floor care, ovvero la cura dei pavimenti, risale a molti secoli fa.

Le civiltà antiche (romani, egizi…) utilizzavano diverse tecniche per mantenere puliti e protetti i pavimenti. In particolare, i romani utilizzavano il marmo come materiale principale per i loro pavimenti e li lucidavano con polveri di varie pietre, come ad esempio la pomice, per ottenere una superficie levigata e lucente.

Nel corso dei secoli, diversi fattori hanno influenzato la cura dei pavimenti: la disponibilità di materiali, le tecniche di costruzione e le preferenze estetiche. Il Rinascimento, ad esempio, ha viste diventare popolari i pavimenti in legno, curati con cere e oli naturali per preservare la bellezza del legno.

Nel XIX secolo, con l’avvento della rivoluzione industriale, si svilupparono nuove tecniche di pulizia e di cura dei pavimenti, come l’uso di detergenti e di macchine per la pulizia.

Dal XX secolo, la cura dei pavimenti è diventata una vera e propria industria, con l’introduzione di prodotti specializzati per la pulizia e la cura dei pavimenti di diversi materiali, come il legno, la piastrella e la moquette.
Oggi, la cura dei pavimenti è un aspetto importante della pulizia e dell’igiene sia domestica che commerciale e industriale. Vengono utilizzati prodotti e sistemi innovativi come lavapavimenti, motoscope, lavasciuga, spazzatrici, idropulitrici, aspiratori, e ancora lucidatrici elettriche, detergenti anche ecologici, trattamenti protettivi…

Oggi la cura dei pavimenti è un aspetto considerato anche in fase di progettazione degli edifici. Sempre più spesso infatti i pavimenti si realizzano con materiali resistenti e facili da pulire, per ridurre il tempo e il costo della manutenzione.

La storia degli strumenti per la pulizia dei pavimenti

Scopa, mocio e radazza.
Sono questi i primi strumenti di cui ci siamo serviti per pulire i pavimenti e, fino ad appena qualche decennio fa, sono stati anche praticamente gli unici.

Scopa, mocio, radazza, con l’aggiunta del mop… continuano ad essere utilizzati per la pulizia manuale, casalinga o in spazi particolarmente ristretti o, ancora, per la pulizia quotidiana.

Mocio

Il mocio (manico con una testa con attaccate strisce di tessuto), è stato inventato negli Stati Uniti da Eddy Key, che lo brevettò nel 1837, e perfezionato nel 1956 in Spagna da Manuel Jalón Corominas.
Nel 1990 questo strumento ha avuto un nuovo upgrade per mano di Joy Mangano che ha brevettato il Miracle Mop, uno speciale mocio che si strizza dal manico. La sua storia è stata raccontata dal film “Joy” interpretato da Jennifer Lawrence.

Radazza

La radazza, (anche redazza o retazza), era un tipo di scopa, a una cui estremità erano legate fasce o fili di canapa o cotone. Serviva per lavare e ad asciugare in particolare i ponti delle navi.
Le radazze attuali sono costituite da un panno con frange, lungo circa 80 centimetri, e un manico simile a quello di una scopa, ma snodato alla base; vengono utilizzate non bagnate per raccogliere polvere e sporco dalle grandi superfici.

La macchina lavapavimenti

Mentre la prima macchina per lucidare i pavimenti pare risalga all’inizio del secolo scorso, per la prima macchina lavapavimenti bisogna attendere fino a circa la metà del ‘900, periodo in cui diverse case costruttrici hanno iniziato a proporre le loro soluzioni, segno che il mercato stava già manifestando questo bisogno.

La Hoover ad esempio ha presentato una delle primissime lavapavimenti alla fine degli anni ’40, ad una fiera commerciale a Chicago. Aveva un manico con serbatoio e una piattaforma con 2 spazzole rotanti azionate da un motore elettrico: una puliva e l’altra raccoglieva l’acqua sporca.
Il mercato accolse con entusiasmo questa macchina che diventò popolare anche in Europa. Nei decenni successivi vennero sviluppati nuovi modelli, versioni più grandi e potenti, in grado si pulire superfici estese e di vario tipo.

Nel corso degli anni, la tecnologia delle macchine lavapavimenti è continuamente migliorata. Oggi, le macchine sono dotate di sistemi di controllo computerizzati, che consentono di programmare la pulizia in modo automatico e di regolare la quantità di detergente e acqua utilizzata. Inoltre, alcune macchine utilizzano anche tecniche di pulizia a vapore o a ultrasuoni, per rimuovere lo sporco più ostinato.

Oggi l’innovazione è sovrana all’interno delle aziende costruttrici di macchine lavapavimenti. Si interrogano su come utilizzare i dati, pulire in maniera sostenibile, rendere più leggero e qualificante il lavoro degli operatori e su come prendersi cura dell’igiene e della salute dell’ambiente e delle persone.

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