La logistica collaborativa è un modo innovativo di pensare alla logistica, che apre nuove opportunità di mercato. Grazie all’economia collaborativa, è oggi possibile condividere le risorse e gli spazi di magazzino, i mezzi di trasporto e i dati operativi, adottare modelli flessibili di lavoro e iniziative di integrazione e collaborazione.
Questo non solo è vantaggioso per le aziende, ma anche per gli utenti (che sempre più preferiscono avvicinarsi digitalmente alle forme di condivisione), e per l’ambiente, in quanto può contribuire a ridurre le emissioni di CO2.

In particolare, le forme innovative di logistica collaborativa, come il Truly Shared Warehousing e l’Urban Discreet Warehousing, sono straordinarie.
Grazie alla possibilità di stoccare materiale in ambienti condivisi, possiamo affittare a tempo zone inutilizzate di spazi di stoccaggio e mettere a disposizione merci, strumenti e scarti di lavorazione ad altre imprese, trarre vantaggi economici e proteggere l’ambiente. Ad esempio, Edilmag, una start-up marchigiana, ha realizzato il primo magazzino virtuale condiviso per l’edilizia, permettendo alle piccole aziende di gestire in modo tradizionale di accedere a zone di stoccaggio dinamiche e in tempo reale.

Qualche tempo fa, il report “Sharing economy Logistics – Rethinking Logistics with access over ownership” pubblicato da DHL Trend Research ha individuato diverse chanche di business legate alla logistica collaborativa, dimostrando come questa sia una forma di innovazione sempre più al centro dell’attenzione di ogni attore del settore.

Secondo DHL, la logistica collaborativa rappresenta un’opportunità unica di ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane e materiali, migliorare l’efficienza e la sostenibilità ambientale, e creare un nuovo modello di business che può portare grandi benefici per tutti.

Nuove opportunità di sviluppo

Ci sono così tante opportunità di sviluppo che stanno emergendo grazie alla tecnologia!
Una di queste è la possibilità di noleggiare oggetti di uso quotidiano come biciclette, utensili ed elettrodomestici attraverso piattaforme di Community Goods On-demand.
Grazie a questo servizio, gli operatori logistici possono offrire ritiro e consegna on-demand, stoccaggio e gestione degli oggetti, semplificando così la vita di chiunque ne usufruisca.

Ma non finisce qui. Oggi è possibile anche noleggiare flotte di carrelli elevatori o mezzi di movimentazione delle merci attraverso il Logistics Asset Sharing.
In questo modo, le aziende o i privati possono usufruire di questi servizi quando non sono in uso, come di notte o nei weekend.

Un’altra bella opportunità è offerta dal Transport Capacity Sharing che consente agli operatori logistici e ai committenti di condividere informazioni e dati per ottimizzare la disponibilità di carico sui mezzi e incontrare la domanda di trasporto.

I vantaggi ambientali non sono certamente secondari. Infatti, grazie a queste opportunità, le congestioni del traffico diminuiscono, è possibile vivere con una minor rumorosità e minori emissioni dannose, il che rende le città ed i poli logistici più ecologici ed efficienti.

E non dimentichiamoci di come l’On-demand Staffing possa affrontare picchi stagionali di lavoro e facilitare il reclutamento del personale e la gestione dei contratti di lavoro temporaneo. Un modello particolarmente utile per le consegne di ultimo miglio in città.

Saranno queste le opportunità che a breve ci aiuteranno a rendere le nostre città più efficienti ed ecosostenibili.

Quali preoccupazioni all’orizzonte?

La necessità di integrare la supply chain è sempre più impellente, eppure ci troviamo dinanzi ad un mercato maturo da un punto di vista tecnologico, ma ancora immaturo dal punto di vista culturale.
La condivisione dei dati e la gestione degli aspetti legali ancora generano diffidenze e incertezze, con il rischio concreto di favorire la concentrazione di pochi operatori di mercato in grado di imporre il proprio standard e il proprio modello di business.

Le preoccupazioni legate alla privacy impattano sulla reperibilità e affidabilità dei dati relativi alle consegne, specialmente quelle di ultimo miglio.
La condivisione di informazioni all’interno di un’azienda suscita resistenze ancora più forti, e tutto ciò è aggravato da un equivoco di base: la condivisione dei dati non riguarda i gusti o le opportunità di business, ma esclusivamente l’informazione su come raggiungere logisticamente il cliente.
La conoscenza del modo per raggiungere un potenziale acquirente rappresenta un vantaggio per l’intera comunità, ma non elimina la necessità di competere per acquisire un nuovo cliente.

È necessario quindi agire con urgenza, sviluppare una nuova cultura della condivisione e creare le condizioni per una maggiore collaborazione e cooperazione tra gli operatori del settore.
Solo così saremo in grado di avere servizi logistici sempre più efficienti ed efficaci, garantendo allo stesso tempo la tutela della privacy e la salvaguardia dei dati sensibili.

Il futuro della logistica dipende dai suoi protagonisti, dalle loro scelte e dalle loro azioni.