Una nuova pubblicazione della Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha analizzato l’andamento infortunistico al femminile attraverso i dati dell’ultimo biennio e in relazione a quelli del quinquennio 2017/2021.

E la Giornata internazionale dell’8 marzo è l’occasione per l’Istituto di riaffermare con forza anche l’esigenza di un’appropriata formazione sui temi della tutela differenziata nei luoghi di lavoro.

Con questo Dossier si intende lanciare un segnale di sostegno al mondo del lavoro femminile affinché ogni donna sappia che Inail è al suo fianco per sostenerla nella sua vita professionale e personale, valorizzandone il talento e il merito, fino al raggiungimento di condizioni di effettiva parità”, si sottolinea nel comunicato dell’Istituto.

Ma vediamo nel dettaglio i numeri del fenomeno.

Effetto Covid: 7 contagi su 10 per le lavoratrici

L’aumento è in larga misura influenzato dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare di quelli da Covid-19, che hanno coinvolto maggiormente le donne, più presenti in quegli ambiti lavorativi con un’esposizione elevata al rischio di contagio.
Su 315.055 denunce di infortunio sul lavoro da Sars-CoV-2 pervenute all’Inail dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 dicembre, quelle che riguardano le donne sono 215.487, pari a poco meno di sette contagi su 10.

Il 43,8% delle contagiate ha oltre 49 anni, il 37,0% tra i 35 e i 49 anni, mentre il 19,2% è under 35.

Le professioni maggiormente esposte al rischio Covid sono quelle sanitarie: tecnici della salute (41,4%), in prevalenza infermiere ma anche fisioterapiste e assistenti sanitarie. Seguono le operatrici socio-sanitarie (18,8%), i medici (6,9%) e le lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati (6,6%).
Tra le professioni non strettamente sanitarie, ai primi posti figurano le impiegate addette alla segreteria e agli affari generali (5,6%), le addette alle pulizie (2,1%, anche di ospedali e ambulatori), le insegnanti delle scuole primarie e pre-primarie e le impiegate addette al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta (1,7% per entrambe le categorie).

Prevenzione nell’ottica di genere

Per le consigliere di amministrazione Inail che hanno contribuito al Dossier, “oggi è necessario compiere un salto di qualità nell’affrontare il tema della salute e sicurezza in ottica di genere”, superando la visione limitata del passato, “declinata per lo più come attenzione alla sicurezza della donna in maternità, piuttosto che a quella, più ampia, della donna/lavoratrice”.

Concentrando l’attenzione sui dati relativi al quinquennio 2017-2021 emerge una diminuzione complessiva del 12,7% delle denunce di infortunio sul lavoro; un calo che ha interessato entrambi i generi: -13,3% per i lavoratori e -11,7% per le lavoratrici.

Nel 2021, l’incidenza degli infortuni occorsi alle donne sul totale delle denunce è tornata ai valori percentuali ante-pandemia (36%). I casi mortali denunciati nel 2021 sono stati complessivamente 1.400, 219 in più rispetto al 2017. Le lavoratrici hanno registrato 34 casi in più, pari a un incremento percentuale del 29,8%, quasi il doppio rispetto al +17,3% registrato nello stesso arco di tempo tra i lavoratori, passati da 1.067 a 1.252 decessi (+185 casi).

Patologie professionali: disturbi psichici tra i più comuni per le donne

Le malattie più frequenti sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo.
Nel 2021 sono state denunciate 2.817 patologie professionali in più rispetto all’anno precedente (+23,45) e pari al 27% delle 55.202 denunciate nel complesso, che rispetto alle 57.996 del 2017 sono calate del 4,8%, per effetto di una riduzione del 4,3% per gli uomini e del 6,1% per le donne.

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano prevalenti e, insieme a quelle del sistema nervoso, raggiungono l’82% del totale. Se le malattie citate rappresentano il 78% delle denunce dei lavoratori, la stessa percentuale sale al 92% tra le lavoratrici.

Inoltre, stando ai numeri, risulta che i disturbi psichici hanno un’incidenza più elevata nella componente femminile di lavoratori.
A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress da lavoro correlato (dal mobbing per l’82% delle donne e 76% per gli uomini) seguiti dai disturbi dell’umore.

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