Gli incidenti di caduta dall’alto sono una delle principali cause di morte e di lesioni sul lavoro. In questo articolo prenderemo in esame tre morti sul lavoro avvenute a inizio 2023. Tre uomini, tre addetti alle pulizie, tre contesti completamente diversi… un unico tragico epilogo.

Case study

16 gennaio, R. R., 56 anni è un operaio dipendente di una ditta di pulizie. È impegnato nella pulizia della vetrata del secondo piano di un palazzo residenziale a San Mariano. Si trova in piedi su una scala quando precipita da circa 5 metri in un pozzo luce, morendo sul posto nonostante i tentativi di rianimazione. I soccorsi vengono chiamati da una persona accortasi dell’accaduto.

Sempre il 16 gennaio, P. M., 61 anni, anche lui dipendente di una ditta di pulizie, sta operando nella palestra dell’Istituto scolastico “Mazzotti” di Treviso. La sua società ne ha in appalto la pulizia. Nel tentativo di raggiungere una manovella sistemata a 2 metri di altezza per sollevare uno dei canestri in vista dell’allenamento della squadra femminile, sale sul seggiolone dell’arbitro di volley utilizzandolo come scala. Cade e perde subito conoscenza per trauma cranico. Dopo 18 giorni di coma, se ne dichiara il decesso.

26 gennaio, C. M., 62 anni, assunto da poco come addetto alle pulizie e al riordino dei materiali stoccati nel deposito edile di una ditta di Grottaglie, sta cercando di recuperare una pedana in legno da sopra una impalcatura. Per farlo sale sulla pedana di un muletto e viene alzato fino a raggiungere l’oggetto da afferrare. Perde l’equilibrio, cade da 3 metri e muore sul colpo per trauma cranico.

Considerazioni

Non conosciamo le dinamiche esatte dei primi due incidenti, mentre per la morte di C. M. sappiamo che l’uomo era stato assunto senza regolare contratto, non aveva ricevuto la formazione obbligatoria per la sicurezza, non era stato informato dei rischi, non gli era stato fornito alcun DPI ed era trasportato su un carrello non idoneo al trasporto passeggeri. Già l’elenco di queste omissioni ci dà un quadro piuttosto completo di quali siano le azioni che devono sempre essere fatte per la tutela dei lavoratori.

A queste aggiungiamo alcune ulteriori considerazioni di natura generale… solo i dovuti accertamenti potranno stabilire le corrette responsabilità di quanto accaduto ai 3 uomini.

  • Uso delle scale: sebbene le scale portatili comportino sempre dei rischi di caduta o ribaltamento e sia meglio farne a meno prediligendo altre attrezzature per i lavori in altezza, è evidente che i dispositivi in questione non possano essere oggetti di fortuna (come il seggiolone dell’arbitro) o non omologati per il trasporto di persone (come il muletto). Inoltre ogni modello di scala ha un proprio manuale di uso e manutenzione che è importante conoscere.
  • Formazione per i lavori in quota (lavori sopra i 2 metri di altezza): chi svolge lavori in quota deve sempre aver prima ricevuto la specifica formazione per i lavori in quota e l’utilizzo di DPI di terza categoria.
  • Il collega a terra: quando si utilizza una piattaforma con cestello, anche se si è stati formati e si usano i DPI, deve comunque essere presente a terra un collega (formato anche lui) nel caso il lavoratore sulla piattaforma si senta male.
  • I muletti: nessun muletto è adibito al trasporto di persone, nemmeno se imbracate e con DPI. Il muletto serve per sua natura per il sollevamento di oggetti, non persone (a meno che non venga fatto un percorso di omologazione ad hoc che di solito nessuno intraprende).

Ricapitolando

Per prevenire incidenti come quelli descritti in questo articolo, sono fondamentali:

  • La formazione, l’informazione e l’addestramento (aggiornati nel tempo).
  • I DPI, controllati regolarmente per verificarne l’integrità. Le persone che lavorano in altezza devono indossare sempre una cintura o imbracatura di sicurezza, un casco protettivo e una tuta da lavoro. 
  • I sistemi di ancoraggio, ispezionati regolarmente per assicurarne le buone condizioni. 
  • La supervisione: i lavoratori devono essere supervisionati da un supervisore qualificato che possa assicurarsi che le persone stiano lavorando in modo sicuro, che i dispositivi di protezione individuale siano adeguati, che le persone siano state adeguatamente addestrate e che siano consapevoli dei rischi associati al lavoro in altezza. 

Conclusione

Troppo spesso si sottovalutano i rischi sul lavoro: per perdere la vita o farla perdere ad un nostro collaboratore non occorre cadere dalla cima di un grattacielo né compiere attività particolarmente ardite. Basta tralasciare la prevenzione…

Rivolgersi a dei consulenti della sicurezza permette di progettare le migliori misure di tutela

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