Il PNRR potrà accelerare in Italia, visto il suo ritardo digitale?
Potremmo definirla una domanda da un milione di dollari, visto che il nostro Paese è al 24esimo posto nell’Unione europea per percentuale di competenze digitali base.
Malgrado ciò, se volgiamo uno sguardo alla cyber security e alla transizione sostenibile potremmo azzardare una risposta affermativa all’interrogativo.
E’ quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio sulla Trasformazione digitale dell’Italia realizzato per l’anno in corso da The European House – Ambrosetti insieme a IBM Italia e Fondazione Eni.
Le opportunità offerte dal PNRR per la digitalizzazione
Linee d’azione e proposte dell’Osservatorio
Per avere ragione d’essere, la trasformazione digitale dovrà essere inclusiva ed etica, perché non lasci nessuno indietro e colmi i gap attuali.
L’Italia infatti registra non pochi divari: per età, livello di istruzione ed aree geografiche più o meno urbanizzate.
Occorre anche guardare attentamente ai principi di etica, visto che il digitale solleva questioni rilevanti anche da questo punto di vista.
Posti questi due pilastri, l’Osservatorio ha realizzato un Tableau de Bord in grado odi restituire ogni anno una fotografia aggiornata sullo sviluppo del digitale in Italia.
Non solo. l’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia ha anche proposto 4 diverse linee di azione, ambiziose ma al contempo realistiche, senza le quali la transizione resterà sulla carta. Tra queste:
- Transizione 4.0 da valorizzare come programma di supporto per la twin transition delle imprese italiane
- Promozione di un approccio multidisciplinare nella formazione inerente le competenze digitali
- Inclusione ed etica come principi guida della transizione
- Creazione di protocolli di certificazione per infrastrutture dati e incentivare fiscalmente le imprese che adottano i protocolli di data sharing.