Dati feroci dall’Inail, nei primi 8 mesi di quest’anno, rispetto all’anno scorso:

  • +37% incidenti non mortali
  • +7% malattie professionali
  • -13% incidenti mortali
    un dato fintamente positivo perché il conteggio comprende i morti da covid (inserito come “infortunio”), il dato reale, senza conteggiare il covid è +16%

 Sono questi alcuni dei numeri portati, sul palco di Forum ISSA Pulire 2022, da Cesare Damiano, componente del Consiglio di Amministrazione dell’INAIL, Presidente di Lavoro&Welfare e consulente del Ministro del Lavoro.

Intervenuto nella giornata di martedì 18 ottobre, all’interno del panel Progettare per la salute e la sicurezza sul lavoro, Damiano ha parlato di quanto sia stato fatto, negli ultimi decenni, per contrastare morti, incidenti e malattie professionali, e di quanto ci sia ancora da fare perché, di fatto, le persone continuano a morire di lavoro.

Secondo quando raccontato dall’esponente dell’INAIL, dagli anni 60 ad oggi sono stati fatti notevoli passi avanti, passando da 10 a 3 morti sul lavoro al giorno.
Negli anni 60, ricorda Damiano “non si poteva neanche parlare di morti sul lavoro” e, a tal proposito, ha ricordato l’emblematico episodio della censura subita da Dario Fo e Franca Rame per uno sketch sul tema degli infortuni sul lavoro andato in onda durante la celebre trasmissione Canzonissima.
“Oggi invece viviamo in un Paese in cui anche il Presidente della Repubblica si interessa e insiste sulla necessità di salvaguardare le persone e la loro integrità psicofisica sul lavoro”.

Cesare Damiano, componente del Consiglio di Amministrazione dell’INAIL, Presidente di Lavoro&Welfare e consulente del Ministro del Lavoro

Damiano, ricordando che anche negli anni 60 l’Italia viveva il boom economico, ha portato alla luce una riflessione da non sottovalutare: “La questione è questa: quando c’è una ripresa dell’economia, e nel 2021 c’è stato il rimbalzo, (-10 punti di pil nel 2020, +6 nel 2021, +3 nel 2022), al rimbalzo economico corrisponde un rimbalzo di morti, feriti e malattie professionali.

Damiano sottolinea come, nonostante le misure messe in campo, sembra  che, da queste 3 morti quotidiane, non si riesca a uscire. Lui vuole porre l’attenzione sul legame che queste morti hanno con l’aumento dei numeri dell’economia. A sostegno della sua tesi porta l’esempio del bonus 110% all’edilizia che, a suo avviso “ha messo benzina in un settore di traino, ma ha provocato anche effetti controproducenti”. Moltiplicando le opportunità di lavoro, sono scese in campo anche realtà non sufficientemente preparate per affrontare in maniera professionale e sicura il lavoro. “Basti pensare che, ad esempio, si sono moltiplicate le segnalazioni di manodopera al lavoro sui cantieri senza dpi e senza le dovute protezioni”.

Oggi però la sicurezza sul lavoro è una priorità condivisa.
Quindi: che cosa fare? Come fare un salto di qualità?

Alla filiera del cleaning Damiano riconosce una professionalità e una complessità che deve essere valorizzata.
“Chi fa sanificazione può e deve diventare filiera esperta e riconosciuta” attraverso quella trasparenza nell’adozione dei contratti di lavoro che è il settore stesso a richiedere “perché ci sono troppe cooperative spurie, troppe cooperative che sotto la denominazione di cooperativa sociale hanno l’unico obiettivo di fare una concorrenza sleale alle aziende trasparenti che applicano le giuste contrattazioni”.